martedì 2 giugno 2015

No alla Coca-Cola e non solo per chi smette di fumare

L'esposizione frequente dello smalto alla Coca-Cola determina erosione e conseguente aumento del rischio di carie dentale (1,2) e ipersensibilità dentinale. Peraltro è stato rilevato che il tipo Diet (Diet Coca-Cola) è più erosiva del tipo normale (3). La perdita di smalto causata da bibite come Coca-Cola o Sprite è superiore rispetto a quella del succo d'arancia (4). Inoltre, il consumo di soft-drink (Coca Cola, succhi di frutta, etc.) sono associati a steatosi epatica (5). Non va sottovalutato neanche il cospicuo quantitativo di zuccheri presenti nella Coca-Cola tanto che si prospetta che i distributori automatici di tale bevanda nelle scuole costituiscano un base per lo sviluppo del diabete nei giovani (6). La Coca-Cola comporta un'acidificazione delle urine (7) e ciò potrebbe determinare un aumento del consumo di nicotina; infatti, sappiamo che l'assunzione giornaliera di nicotina aumenta con l'acidificazione urinaria (8).
Per coloro che portano apparecchi ortodontici si è constatato che la Coca-Cola determina un aumentato rilascio di ioni metallici (9), soprattutto Nickel che si va a sommare al Nickel presente nel fumo di sigaretta. 
Secondo alcuni studi (10, 11) coloro che consumano circa un litro di Coca-Cola al giorno rischiano di avere una riduzione di spermatozoi presenti nel liquido seminale addirittura del 30%. Se sono presenti altri stili di vita non salutari, quali il fumo, eccessivo consumo di fritture e di caffè oltre al consumo di Cola la qualità dello sperma risulta ulteriormente compromessa (11).
Un gruppo di ricercatori brasiliani ha evidenziato profili di personalità più immaturi e disadattivi nell'uso di bevande a base di cola, simili a quelli rilevati per il fumo (12).
Tutto questo nonostante la maggior parte degli studi che coinvolgono bevande zuccherate con edulcoranti ipocalorici o con edulcoranti privi di calorie siano finanziate dalle stesse aziende che le producono (Coca-cola, Pepsi, etc.), con evidenti conflitti di interesse (disposizioni che vincolano i compensi al volume delle vendite o altre modalità di promozione/incentivi alla vendita di dette bevande). Pertanto, è difficile escludere che gli esiti degli studi non siano in qualche modo favorevoli allo sponsor (13).

1. Poggio C, Ceci M, Beltrami R, Lombardini M, Colombo M: Atomic force microscopy study of enamel remineralization. Ann Stomatol (Roma). 2014 Nov 20;5(3):98-102.
2. Lombardini M, Ceci M, Colombo M, Bianchi S, Poggio C: Preventive effect of different toothpastes on enamel erosion: AFM and SEM studies. Scanning. 2014 Jul-Aug;36(4):401-10.
3. Khamverdi Z, Vahedi M, Abdollahzadeh S, Ghambari MH: Effect of a common diet and regular beverage on enamel erosion in various temperatures: an in-vitro study. J Dent (Tehran). 2013 Sep;10(5):411-6.
4. Aykut-Yetkiner A, Wiegand A, Ronay V, Attin R, Becker K, Attin T: In vitro evaluation of the erosive potential of viscosity-modified soft acidic drinks on enamel. Clin Oral Investig. 2014 Apr;18(3):769-73.
5. Abid A, Taha O, Nseir W, Farah R, Grosovski M, Assy N: Soft drink consumption is associated with fatty liver disease independent of metabolic syndrome. J Hepatol. 2009 Nov;51(5):918-24.
6. Nandorf R: [Coca-Cola vending machines in schools are ground for diabetes among young people]. Lakartidningen. 2002 Oct 24;99(43):4296.
7. de Vries EG, Meyer C, Strubbe M, Mulder NH: Influence of various beverages on urine acid output. Cancer Res. 1986 Jan;46(1):430-2.
8. Benowitz NL, Jacob P 3rd: Nicotine renal excretion rate influences nicotine intake during cigarette smoking. J Pharmacol Exp Ther. 1985 Jul;234(1):153-5.
9. Mikulewicz M, Wołowiec P, Loster BW, Chojnacka K: Do soft drinks affect metal ions release from orthodontic appliances? J Trace Elem Med Biol. 2015 Jul;31:74-7.
10. Jensen TK, Swan SH, Skakkebaek NE, Rasmussen S, Jørgensen N: Caffeine intake and semen quality in a population of 2,554 young Danish men. Am J Epidemiol. 2010 Apr 15;171(8):883-91).
11. Yang H, Chen Q, Zhou N, Sun L, Bao H, Tan L, Chen H, Zhang G, Ling X, Huang L, Li L, Ma M, Yang H, Wang X, Zou P, Peng K, Liu K, Liu T, Cui Z, Liu J, Ao L, Zhou Z, Cao J: Lifestyles Associated With Human Semen Quality: Results From MARHCS Cohort Study in Chongqing, China. Medicine (Baltimore). 2015 Jul;94(28):e1166.
12. Diogo R. Lara, Eduardo Antoniolli, Julia Frozi, Ricardo Schneider, Gustavo L. Ottoni: Distinct Personality Traits Associated with Intake of Coffee, Tea, and Cola Drinks and Smoking. Journal of Caffeine Research.Jun 2011.101-108.
Eva Greenthal, Katherine Marx, Elyse R Grossman, Martha Ruffin, Stephanie A Lucas, Sara E Benjamin-Neelon: Incentives and penalties tied to sales volume in contracts between beverage companies and public universities in the United States. J Am Coll Health. 2022 May 27;1-10.
Guglielmo Lauro
(medico)

martedì 21 ottobre 2014

Smettiamo di fumare e ricompensiamoci con una "buona" pizza

Il fumo di tabacco aumenta invariabilmente il rischio di patologie cardiovascolari e di neoplasie. È possibile che la pizza possa ridurre il rischio di infarto o di tumore?
In uno studio effettuato da ricercatori dell'Istituto Mario Negri di Milano, sono state comparate informazioni sulle abitudini alimentari (con una domanda specifica sulla pizza) relative a più di 500 pazienti ricoverati per infarto miocardico acuto con quelle di circa 480 "controlli" (persone ammesse in ospedale per altri disturbi) ed è stato osservato che, rispetto ai non consumatori di pizza (meno di una porzione al mese), i consumatori regolari (una o più porzioni alla settimana) avevano un rischio di infarto ridotto di circa un terzo, e nei consumatori frequenti (due o più porzioni alla settimana) tale riduzione era ancora maggiore. Già in precedenza era emersa una associazione positiva fra consumo di pizza e riduzione del rischio di alcuni tipi di tumore (1). Infatti, in un precedente studio gli stessi ricercatori, dopo aver confrontato le abitudini alimentari di più di 3300 pazienti, ricoverati in diversi ospedali italiani per tumore dell'apparato digerente e della laringe, con quelle di quasi 5000 "controlli", avevano osservato, nei consumatori regolari di pizza, una riduzione apprezzabile del rischio, rispetto ai non consumatori, per i tumori sia del cavo orale/faringe, sia dell'esofago, sia del colon (1).
Dunque si tratta di un piatto unico, sano e gustoso che apporta mediamente fra le 500 e 800 Kcal; la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di neoplasie dipende verosimilmente da alcuni nutrienti della pizza, come il licopene del pomodoro e gli acidi grassi monoinsaturi dell'olio. Gli acidi grassi monoinsaturi sono considerati grassi "buoni", in quanto favoriscono la sostituzione del colesterolo LDL presente nel sangue, causa di infarti e di ostruzioni vascolari, con colesterolo HDL, che non rappresenta invece una fonte di pericolo per l'organismo. Inoltre, i carboidrati complessi che caratterizzano la pizza non inducono significativi cambiamenti della funzione endoteliale e dell'aggregazione piastrinica e possono quindi contribuire al mantenimento di una condizione salutare dell'apparato cardiovascolare (2).
Infatti, la pizza, piatto tipico della cucina italiana e soprattutto napoletana, ha dimostrato di avere potenziali benefici cardiovascolari (3) (vedi diagramma seguente).
Tuttavia bisogna fare attenzione, oltre alla qualità degli ingredienti, anche a come viene cotta la pizza.
Infatti, i benefici nutrizionali della pizza possono essere facilmente sostituiti da effetti cancerogeni determinati dalla presenza di sostanze tossiche (idrocarburi) che spesso si trovano nella pizza a seguito della carbonizzazione della farina e a causa della nuvola di fumo nero che si forma nel forno.
I prodotti della combustione (benzopirene, benzoantracene, benzofluorantene, etc.) che si riscontrano nelle pizze cotte e bruciacchiate nel forno a legna mostrano spesso delle concentrazioni che oltrepassano i limiti imposti dalla Comunità Europea (vedi trasmissione RAI - report).
Ciò dipende in gran parte da un'insufficiente pulizia del forno, e in tali casi il carico di cancerogeni non coinvolge solo coloro che mangiano la pizza ma anche i pizzaioli che, lavorando vicino a forni poco puliti, inalano grossi quantitativi di polveri sottili (4). Le fonti di emissione di polveri sottili (del tipo PM 2,5) sono tanto maggiori quanto più vengono bruciati e carbonizzati gli alimenti, mentre una corretta cottura di pizza dovrebbe produrre delle emissioni molto basse di tale particolato sottile (5). Pertanto, i rischi delle pizze bruciacchiate vanno non solo a danno dei clienti, ma anche dei pizzaioli poco attenti.
vedi trasmissione Report


1. Gallus S, Bosetti C, Negri E, Talamini R, Montella M, Conti E, Franceschi S, La Vecchia C: Does pizza protect against cancer? Int J Cancer. 2003 Nov 1;107(2):283-4.
2. Giugliano D, Nappo F, Coppola L: Pizza and vegetables don't stick to the endothelium. Circulation. 2001 Aug 14;104(7):E34-5.
3. Gallus S, Tavani A, La Vecchia C: Pizza and risk of acute myocardial infarction. Eur J Clin Nutr. 2004 Nov;58(11):1543-6.
4. Moshammer H, Neuberger M, Nebot M: Nicotine and surface of particulates as indicators of exposure to environmental tobacco smoke in public places in Austria. Int J Hyg Environ Health. 2004 Sep;207(4):337-43.
5. Dacunto PJ, Cheng KC, Acevedo-Bolton V, Jiang RT, Klepeis NE, Repace JL, Ott WR, Hildemann LM: Real-time particle monitor calibration factors and PM2.5 emission factors for multiple indoor sources. Environ Sci Process Impacts. 2013 Aug;15(8):1511-9.
Guglielmo Lauro

lunedì 27 gennaio 2014

Cosa evitare quando si smette di fumare? fondamentalmente alimenti dolci, salati e grassi

Singolarmente o in qualunque combinazione i prodotti alimentari dolci, salati e grassi rappresentano una notevole tentazione per tutti, ma specialmente per coloro che lottano per mantenersi astinenti dalla nicotina e il cui circuito della gratificazione è in una sorta di deficit di stimolazione. 
Ma perché questi cibi sono irresistibili? Noi esseri umani siamo il prodotto di un’evoluzione che ha avuto luogo in un mondo profondamente diverso da quello in cui viviamo oggi. I nostri antenati avevano una dieta in gran parte vegetariana, in cui l’apporto di grassi e di zuccheri era minimo. Tuttavia quando c'era disponibilità di questi tipi di alimenti, l'uomo li assumeva avidamente per questioni di sopravvivenza senza pensarci due volte. Risultato: gli esseri umani hanno un’innata tendenza ad abbuffarsi di cibi grassi, dolci e morbidi. Per quanto riguarda i cibi salati, va ricordato che il sale è spesso usato come esaltatore di sapidità e gran parte del sale consumato dalle nostre popolazioni urbanizzate deriva da cibi di provenienza industriale e non sono sotto il nostro controllo (1).
Per molti che sono abituati a fare la colazione al bar è difficile resistere all'odore e al desiderio delle paste e dei cornetti appena sfornati. Tuttavia decidere di fare colazione al bar può rivelarsi una decisione davvero molto pericolosa per la nostra dieta. Stesso discorso vale per coloro che si fermano davanti ai distributori per prendere snack e bibite dolcificate o al fast-food per la pausa pranzo.
Al fine di rendersi conto di come è facile incorrere in pessime alternative ad una dieta sana si suggerisce la visione del documentario "Super Size Me" girato nel 2004 da un regista americano Morgan Spurlock che si sottopone ad un singolare esperimento alimentare. Buona visione!
1. Villarini A, Allegro G: Prevenire i tumori mangiando con gusto. A tavola con Diana. Sperling & Kupfer pp. 396, 2009.
Guglielmo Lauro

domenica 12 agosto 2012

Spigola in crosta di sale



La spigola (o branzino), pesce a basso contenuto di grassi, per l'apporto di acidi grassi omega-3 è in grado di ridurre i livelli ematici di trigliceridi e i parametri infiammatori, nonché di migliorare l'indice di deformabilità dei globuli rossi. Tali modifiche biochimiche sono state osservate in soggetti dislipidemici sottoposti a intervento dietetico che prevedeva circa 800 g settimanali di spigola d'allevamento di Orbetello per un periodo di 10 settimane, secondo uno studio effettuato presso il Centro Trombosi del Dipartimento di Area Critica Medico Chirurgica Università di Firenze (1). Analoghi risultati sono stati presentati al Congresso Mondiale di Cardiologia tenutosi a Dubai dal 18 al 21 aprile 2012, in cui è stato riportato uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Atene sugli effetti degli omega-3 in fumatori, per cui l'assunzione di 2 g/dì di omega-3 per 4 settimane apportava benefici sul sistema cardiovascolare. Per cui fermo restando il concetto che smettere di fumare è il miglior rimedio per evitare l'insorgenza di patologie cardio-respiratorie, in attesa di smettere un valido aiuto può derivare dagli omega-3.

La cottura al sale è uno dei più salutari metodi di cottura degli alimenti, infatti, grazie ad essa, durante la cottura si possono evitare condimenti grassi in genere. La crosta di sale fa sì che l’umidità resti all’interno e il pesce non si secchi; inoltre, tale cottura mantiene intatte le proprietà nutrizionali del pesce oltre ad essere semplice da realizzare. L’unica raccomandazione è quella di scegliere del pesce di qualità (non congelato); un pesce di scarsa qualità potrebbe determinare una riuscita non ottimale del piatto.
Ovviamente non bisogna desquamare il pesce altrimenti assorbirà il sale!!! In una teglia sufficientemente grande da contenere la spigola versare un dito di sale grosso, adagiarvi sopra il pesce, ricoprire completamente con il sale restante e poi infornare.
______________
1. Sofi F, Gori AM, Cesari F, Paniccia R, Mannini L, Giorgi G, Parisi G, Casini A, Poli BM, Gensini GF, Abbate R: Lipid, inflammatory and haemorheological profiles are significantly affected by farmed fish eating: an intervention study. Department of Medical and Surgical Critical Care, Thrombosis Centre, University of Florence, Viale Morgagni 85, Florence, Italy. francescosofi@gmail.com. Int J Food Sci Nutr. 2009;60 Suppl 5:50-9.
Guglielmo Lauro